NEW HERITAGES AND THE SPIRIT OF THE CONSTITUTION

Patrimoni in trasformazione e lo spirito
della Costituzione

EDITORIALE del N. 22-23 di U+D

di Giuseppe Strappa

When, in 1947, the Italian Constituent Assembly
addressed the problem of the new Republic
historical and artistic heritage, the statement
that the State should have, among its founding
principles, its protection of these precious
and problematic assets was not at all obvious.
It was believed, in fact, that it would not have
been useful to indicate something so obvious.
As if one were indicating, stated the Christian
Democrat Edoardo Clerici, “that in our country
we speak Italian”. And yet, the founding fathers
acted wisely, as even naming things is a choice
and in the post-fascist Italy of the time, the statement
took on a particular meaning. The principle
of attributing to the entire Republic (not to
local authorities, provinces, regions) the task of
its care, highlighted the idea of a common right,
of a shared good placed above any geographical
and political affiliation. ,,,,,,,,,,,,,

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Quando, nel 1947, l’Assemblea costituente affrontò il problema del patrimonio storico e artistico della nuova Repubblica, la dichiarazione che lo Stato dovesse avere, tra i suoi principi fondanti, la sua tutela di questi beni preziosi e problematici non fu affatto scontata. Si riteneva, infatti, che non sarebbe stato utile indicare una cosa tanto ovvia. Come se si indicasse , affermava il democristiano Edoardo Clerici, “che nel nostro Paese si parla italiano”. Eppure, hanno agito con saggezza i padri costituenti, perché anche nominare le cose è una scelta e nell’Italia postfascista e incerta di allora l ‘affermazione assumeva un significato particolare. Il principio di attribuire all’intera Repubblica (non agli enti locali, alle province, alle regioni) il compito della sua cura, metteva in particolare evidenza l’idea di un diritto comune, di un bene condiviso e indissolubile dalla vita dei cittadini che si poneva al di sopra di ogni appartenenza geografica e politica.

La Repubblica, recita l’art. 9 della Costituzione, tutela inoltre il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione “anche nell’interesse delle future generazioni”.

Altra affermazione solo apparentemente scontata. Essa ci dice che l’idea di patrimonio culturale é anche il filo rosso che tiene unite nella memoria le vicende della storia, le sue tracce materiali e immateriali alle quali viene attribuito particolare valore, dando loro senso e continuità.

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